Graves·R, Patai·R (miti ebraici) 1 • La creazione secondo la Genesi

1. La creazione secondo la Genesi


Sommario ••▶ (testo)
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◀•• 1. La creazione secondo la Genesi [pp. 23-32]
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TERMINI-CHIAVE
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• accadiano (babilonese e assiro, = accadicoª?)
• anima (?)
• assiro (lingua)
• babilonese (lingua babilonese, esilio babilonese)
• Bohu (il vuoto)
• caos (vedi Tohu)
• cosmogonia (cosmogonie babilonesi)
• Elul (il 25 di Elul, mese precedente a Tishrì)
• hittita
• matriarcato
• Nissan (primo giorno di Nissan)
• pagano (riti pagani)
• ‹pantheon› (il ‹pantheon› fenicio)
• salmista (salmisti)
• stoico (gli stoici greci)
• straripamento (straripamenti del Tigri e dell’Eufrate)
• sumero (lingua)
• Tishrì (primo giorno di Tishrì, mese autunnale?)
• Tohu (il caos)
• ugarico (ugarica)
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(ª) grafia non contenuta nel testo.


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TRASLITTERAZIONI
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• ‹adam› (uomo)
• ‹adama› (suolo)
• ‹hoshekh› (tenebre)
• ‹saphon› (nord, ‹yark’the saphon› = estremo nord)
• ‹tehom› (abisso)
• ‹tohu wa-bohu› (caos)


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TOPONIMI
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• Anathot (città sacerdotale a nord di Gerusalemme, ora Anatha, da Anath)
• Babilonia
• Ea (dio della saggezza)
• Eana
• Eden
• Egitto
• Ekur (tempio?)
• Erech
• Eridu
• Essagil (tempio?)
• Eufrate (fiume)
• Gerusalemme
• Nippur
• Samaria
• Sippar
• Tigri (fiume)
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(ª) grafia non contenuta nel testo.


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AUTORI OPERE E PERSONAGGI
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• Adamo
• Aholah (= Astarte, in ‹Ezechiele›?)
• Aholibah (= Asherah, in ‹Ezechiele›?)
• Alessandro Polistore (compendiò la creazione nella versione di Berosso)
• Anath (madre di Shamgar)
• Apsu
• Aronne
• Aruru (dea)
• Asherah (dea)
• Astarte (dea dei Fenici e dei Filistei)
• Baal
• Bel
• Berosso (sacerdote di Bel, in Babilonia)
• Bibbia
• Dagon (dio filisteo)
• Damascio (filosofo siriano, VI sec. e.v.)
• Delfina (sorella di Tifone)
• Dio
• El (dio-toro)
• Eliezer (rabbino)
• ‹Elohim› (assiro-babilonese ‹Ilu›; hittita, ugarico ‹El›; arabo ‹Il›, ‹Ilum›)
• ‹Enuma Elish
• Eurinome (dea)
• Eusebio (Eusebio di Cesarea, vescovo)
• Filone (Filone Alessandrino)
• ‹Frammenti orfici
• Gea (dea greca della terra)
• Geb (dio egizio della terra)
• Geroboamo
• Jehoshua (rabbino)
• Kingu (figlio di Tiamat - e Apsu?)
• Lugal-du-kuda (dio)
• Marduk (dio, figlio di Ea)
• Nabuccodonosor (re assiro, distrusse nel #586 il regno di Giuda)
• Nut (dea egizia dei cieli)
• Ofione (o Ofioneo, serpente fecondatore di Eurinome)
• Sedecia [TBV]
• Shamgar
• Tammuz
• Tehom
• Tiamat
• Tifone
• Urano (dio greco dei cieli)
• Yahweh (o ‹Yehovah›, da ‹Yahweh asher yihweh›, “Egli è colui che è”)
• Zeus
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(ª) riferimento o dettaglio non esplicitato nel testo.
(ⁿ) riferimento o dettaglio esplicitato in nota o nella bibliografia.


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ESTRATTI
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5. La prima versione della creazione (‹Genesi› I 1 - II 3) fu composta a Gerusalemme, poco dopo il ritorno dall’esilio babilonese. In essa Dio viene chiamato «Elohim». La seconda versione (‹Genesi› II 4-22) è pur essa ebraica, probabilmente di origine edomita e precedente all’esilio. In essa Dio fu originariamente detto «Yahweh», ma il trascrittore trasformò il nome in «Yahweh Elohim» (tradotto poi come il signore Iddio identificando il Dio della prima Genesi con quello della seconda Genesi e dando alla versione un’apparenza di conformità. Non eliminò tuttavia certi particolari contraddittorii nell’ordine della creazione, come si può constatare dalla seguente tabella:

[Tabella pp. 26-27]

PRIMA GENESI: Cielo; Terra; Luce; Firmamento; Terra secca; Erba e alberi; Astri; Animali acquatici; Uccelli; Mandrie, rettili, animali; Uomo e donna.

SECONDA GENESI: Terra; Cielo; Nebbia; Uomo; Alberi; Fiumi; Animali e mandrie; Uccelli; Donna.


Ebrei e cristiani sono sempre rimasti perplessi dinanzi a queste contraddizioni, cercando a mano a mano di spiegarle. Dallo schema dei sette giorni deriva, in primo luogo, la mitica ragione per l’osservanza, da parte dell’uomo, del sabato, dato che Dio, riposando nel settimo giorno, lo santificò e lo benedì. Questa precisazione è esplicitamente fatta in una versione dei dieci comandamenti (‹Esodo› XX 8-11). Alcuni dei primi rabbini commentatori osservano che gli elementi essenziali furono creati durante i primi tre giorni, e abbelliti, completati durante gli altri tre, e che si può trovare una esatta simmetria fra il primo e il quarto giorno, il secondo e il quinto, il terzo e il sesto.

[Tabella p. 27]

PRIMO GIORNO: Creazione dei cieli, loro separazione dalle tenebre.

SECONDO GIORNO: Creazione dei cieli e separazione delle acque superiori da quelle inferiori ad essi.

TERZO GIORNO: Creazione della terra secca, costituzione dei suoi immobili boschi, foreste ed erbe.

QUARTO GIORNO: Creazione degli astri (sole, luna e stelle) per separare il giorno dalla notte, e stagione da stagione.

QUINTO GIORNO: Creazione degli uccelli che volano nel cielo, e dei pesci che nuotano nelle acque inferiori.

SESTO GIORNO: Creazione degli animali, degli uomini, degli esseri che strisciano, di quelli che camminano sulla terra secca.


6. Questo schema, e altri dello stesso tipo, provano l’intenzione dei sacerdoti ebraici di avvalorare Dio con pensieri sistematici, coordinati. Questa loro fatica, tuttavia, non sarebbe stata necessaria se avessero ricordato che l’ordine della creazione era legato all’ordine planetario degli dèi nella settimana babilonese, e quindi ai sette bracci del sacro candelabro o Menorah; tanto Zaccaria nelle sue visioni (IV 10) quanto Giuseppe Flavio (‹Guerre› V 5, 5), trovarono questa identificazione fra la Menorah e i sette pianeti, e dicono che Dio aveva proclamato esclusivamente suoi quei poteri planetari. Poiché Nergal, un dio pastorale, venne considerato terzo nella settimana, mentre Nabu, dio dell’astronomia, venne posto al quarto giorno, i campi ebbero la precedenza sulle stelle, nell’ordine della creazione. L’‹Enuma Elish› ha quindi il seguente ordine: separazione del cielo, della terra e delle acque; creazione dei pianeti e delle stelle; creazione delle erbe e degli alberi; creazione degli animali e dei pesci (ma la quinta e la sesta tavoletta sono frammentarie); creazione dell’uomo da parte di Marduk col sangue di Kingu.
[1·6·1]• ±?


— § —


8. La prima Genesi è simile alle cosmogonie babilonesi, che cominciano con l’emersione della terra dalle primordiali acque del caos, e, metaforicamente, narrano come il suolo asciutto sorgesse annualmente dagli straripamenti del Tigri e dell’Eufrate. La creazione è dunque presentata come la prima fioritura del mondo, dopo il primordiale nebuloso caos: una stagione primaverile, quando uccelli e animali si accoppiano. La seconda Genesi, invece, ci presenta condizioni geografiche e climatiche simili a quelle cananee. L’Universo della pre-creazione viene descritto come disseccato dal sole, arido e deserto, come avviene dopo una lunga estate. Quando finalmente giunge l’autunno, il primo segnale di pioggia viene dalla nebbia mattutina, che si leva bianca e densa dalle vallate. Nella ‹Genesi› II 4 sgg., la creazione è descritta come iniziata in un giorno qualsiasi d’autunno. La versione babilonese, invece, che fece della primavera la stagione della creazione, fu accettata durante la cattività, e il primo giorno di Nissan diventò il capodanno [sic!] ebraico. La precedente versione della creazione autunnale indicava, come il vero inizio dell’anno, il primo giorno di Tishrì.
[1·8·1]• ±~ extra+2?


9. Opinioni inconciliabili sulla stagione in cui ebbe inizio la creazione vennero confutate da scuole giudaiche rivali, dal primo secolo d.C. in poi. Filone Alessandrino sostenne, in accordo con gli stoici greci, che l’universo era stato creato in primavera, e così dichiararono il rabbino Jehoshua e altri. Ma il rabbino Eliezer preferì attenersi alla creazione autunnale, e la sua opinione prevale fra gli ortodossi; quindi fu stabilito che il primo giorno di Tishrì fosse il primo giorno del primo anno di Dio. Studiosi contrari, pur accettando la creazione autunnale, sostennero che il primo giorno del primo anno di Dio cadesse il 25 di Elul, e che il primo di Tishrì, cinque giorni dopo, si celebrasse la nascita di Adamo.


10. La creazione [sic!], originariamente intesa come dipendente da procreazione, e non da fabbricazione [sic!], ebbe come forma primaria un matriarcato. Nel mito greco, Eurinome, dea di tutte le cose, raffigurata nuda e sorgente dal caos, aveva separato il mare dal cielo, aveva danzato sulle onde, rimescolato il vento, per essere poi fecondata dal vento stesso, che aveva preso la forma di un immenso serpente chiamato Ofione (o Ofioneo). Dopo di che aveva deposto l’uovo universale. Una leggenda simile è narrata nei ‹Frammenti orfici› (60, 61, 70 e 89): notte, detta la creatrice, aveva deposto un uovo d’argento, fecondato da amore, per dare origine all’universo in moto. Notte sarebbe vissuta in una caverna e avrebbe formato una triade: notte, ordine e giustizia.
[1·10·1]• ±?


— § —


13. Se non avessimo visto il parallelo Tehom-Tiamat, non avremmo mai intuito che Tehom rappresenta la babilonese formidabile dea-madre, che concepì gli dèi, suscitò la loro ribellione e finalmente cedette il suo corpo come materia per la costruzione dell’universo. Nemmeno il genere femminile del nome ebraico ‹Tehom› può essere considerato significativo in questa connessione, dato che in ebraico ogni nome deve essere o maschile o femminile, e molti termini cosmici sono di genere femminile, anche se mancano del suffisso femminile ‹ah›, o di genere ambivalente.
[1·13·1]• ~±?


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ANNOTAZIONI E SPUNTI
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[1·6·1]• «[…] l’ordine della creazione era legato all’ordine planetario degli dèi nella settimana babilonese, e quindi ai sette bracci del sacro candelabro o Menorah […]»: ma era possibile identificare un ordine preciso nei 7 bracci del “sacro candelabro”? Sarebbe comunque interessante sapere in quale ordine si succedevano divinità e relativi pianeti nella “settimana babilonese”, se non altro per verificare quanto sia cambiato da allora; in Occidente oggi abbiamo: Sole (do, ‹Sunday› in inglese), Luna (lu), Marte (ma), Mercurio (me), Giove (gi), Venere (ve), Saturno (sa).
IBID.• «[…] creazione dell’uomo da parte di Marduk col sangue di Kingu»: si veda quanto annotato sulla frase finale del cpv. 1·3·2.

[1·8·1]• «La prima Genesi […]. La seconda Genesi, invece […]», la “prima” è quella che viene esposta per prima nel testo canonico, anche se gli stessi autori hanno evidenziato (nel punto 5) che venne composta nel periodo post-esilico, quindi successivamente alla “seconda”, che è invece precedente all’esilio. La “prima”, più “moderna”, risente dell’influsso babilonese e descrive la creazione come avvenuta in primavera (quando lo sciogliersi delle nevi sui monti provoca lo straripamento dei fiumi); la “seconda”, più “arcaica”, ambienta la creazione in Palestina o nei suoi dintorni, dove la natura rinasce con le piogge autunnali.
IBID.• Nel testo originario, «Nella ‹Genesi› II 4 sgg [sic!] […]», manca il punto di abbreviazione dopo “sgg”; corretto.
IBID.• Nel testo originario, «[…] il primo giorno di Nissan diventò il capodanno [sic!] ebraico», trattandosi del nome proprio di una festività, l’ortografia vorrebbe “Capodanno” con l’iniziale maiuscola; marcato con [sic!].

[1·10·1]• «La creazione [sic!], originariamente intesa come dipendente da procreazione, e non da fabbricazione [sic!], ebbe come forma primaria un matriarcato»: in questa frase l’uso dei termini ci sembra alquanto dubbio, e tale da ingenerare non poca confusione; diremmo piuttosto: «L’origine del mondo, anticamente intesa come dipendente da generazione (o procreazione), e non da creazione, ebbe come forma primaria un matriarcato»; la “fabbricazione” di qualcosa si riferisce a oggetti inanimati e richiede sempre la pre-esistenza di qualche materiale, non può dunque essere un sinonimo di “creazione”, in particolare della “creazione dal nulla” (‹creatio ex nihilo›); marcato con [sic!].
IBID.• «[…] notte, detta la creatrice, aveva deposto un uovo d’argento, fecondato da amore […]», non si capisce perché “notte” (senza l’iniziale maiuscola) fosse detta “la creatrice”, se quel che fece è semplicemente deporre un uovo – oltretutto perché d’argento? – da dove poi venne a fecondarlo “amore” (sempre senza l’iniziale maiuscola) è ancor più un mistero.
IBID.• «Notte sarebbe vissuta in una caverna […]», il mistero s’infittisce: in una caverna non è sempre buio per definizione? per fare luce – ad esempio, se si vogliono dipingere le pareti – occorre accendere un fuoco – che cosa c’entrano poi, nel séguito, “ordine” e “giustizia”? Forse in origine la giustizia veniva amministrata in una grotta? Infine la “triade” ricorda misteriosamente la tripartizione dei poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario… quale di questi sarebbe la “notte”?

[1·13·1]• «Se non avessimo visto il parallelo Tehom-Tiamat, non avremmo mai intuito che Tehom rappresenta la babilonese formidabile dea-madre […]»: ma ‹Tehom› compare qui per la 1ª volta!
NOTA: nel successivo punto 16, si chiarisce che ‹tehom› è termine – ebraico? – per l’abisso.

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[] Robert Graves, Raphael Patai (1963), ‹I miti ebraici›, Longanesi 1980-1998.
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